22° SEDUTA – IL SEGNO DELL’IMPUTABILITÀ. LA PERVERSIONE IN QUANTO «FARSI UNA RAGIONE» DEL PROPRIO STATO

Seminario 1998/1999
“LA PSICOPATOLOGIA E LA SUA SCIENZA PRODOTTA DAL PENSIERO DI NATURA”

 

 

Definirei l’imputabilità come segno. L’imputabilità è non approfittare di un’occasione. Mi sembrerebbe identico a dire non accogliere un eccitamento o una vocazione che è la traduzione che diamo da tanto tempo. In noi non esiste alcuna distinzione fra eccitamento biologico, animale, e vocazione, tanto spirituale. La distinzione fra le due cose è un’infamia bi-millenaria. Nel nostro secolo soprattutto.

Mi permetto di segnalare un’imputabilità di una parte dei presenti che non approfittano abbastanza dei nostri libri o di Child.

In ogni caso, l’imputabilità non ha a che vedere con il fatto che io, figlio di mafioso, faccio il figlio di mafioso e rilevo l’azienda mafiosa del papà. Non è questa l’imputabilità. Non è che da bambino strappavo le alucce agli insetti e da grande faccio il torturatore in Sudafrica. E questa è una di quelle tante cose in cui tutto il mondo è paese. Non è che si è formato in me un fantasma nell’infanzia e vado avanti così da grande, ma che non approfitto della possibilità della cura. L’imputabilità è, come si dice in medicina, ex post, nel post, nel dopo, nel trovarmi così. Di solito, un così maluccio. L’imputabilità non è nell’essere fatto così. L’imputabilità è nel fatto che nel dopo si è data un’occasione per venirne a capo e non ne ho approfittato.

Imputabile non è il fatto che sono una carogna, e neanche che sono un perverso. Sono imputabile di non aver approfittato dell’occasione per venirne fuori a tutto mio vantaggio. È questa l’imputabilità. In gergo popolare, l’imputabile non è il figlio di…

Anzi, e non è alzare il tiro, la stessa cucina. Ma diciamo che un paio di cenni che faccio ora sono più familiari, più trattabili ad alcuni che ad altri. Ma è lo stesso; non ci sono mai due livelli.

L’idea stessa di due livelli di umanità, o di intelligenza, o di intellettualità è anch’essa imputabile.

Un esempio mi è venuto ascoltando Alberto Colombo che diceva «Ma insomma: scienza, scienza!

Adesso siamo lì che non c’è più il criterio di demarcazione fra scienza e letteratura…»: annotate.

L’altro appunto è che nel nostro secolo, dagli anni 30, decennio più o due decenni più — e non decennio più decennio meno — nel nostro secolo la perversione si chiama ermeneutica.  …

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Pronunciato l’ 11 giugno 1999
Trascrizione a cura di Gilda Di Mitri
Testo non rivisto dall’Autore


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Data di pubblicazione: 05/06/2016